Audizione dell’Ufficio parlamentare di bilancio nell’ambito dell’esame della NADEF 2017

 

Il Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) Giuseppe Pisauro è stato ascoltato oggi in audizione dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite in seduta congiunta, nell’ambito dell’esame preliminare della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NADEF) 2017 pubblicata il 23 settembre scorso dal Ministero dell’Economia e delle finanze (MEF).

 

Nel suo intervento Pisauro ha esaminato il contenuto della NADEF, illustrando le ragioni che, in base alle informazioni disponibili e nell’ambito di una valutazione complessiva della previsione del Governo, hanno portato l’Upb a validare il quadro programmatico 2017-18 pure in presenza di un rischio di revisione al ribasso per il 2018, anno nel quale la previsione di crescita reale del Governo (1,5 per cento) si colloca al di sopra del limite superiore (1,3 per cento) delle stime formulate dal panel Upb (composto, oltre che dallo stesso Upb, da CER, Prometeia e REF.ricerche).

 

Nella sua valutazione complessiva l’Upb ha tenuto tuttavia conto di tre elementi che contribuiscono a ridimensionare i rischi di sovrastima della previsione del Governo: a) la possibilità della continuazione di una ripresa vivace nella seconda metà di quest’anno e dei conseguenti effetti di trascinamento per il 2018; b) l’accettabilità della quantificazione relativa all’impatto della manovra di finanza pubblica sulla crescita del PIL; c) la plausibilità dell’evoluzione del PIL nominale (+3,1 per cento il prossimo anno), variabile che più direttamente impatta sull’andamento della finanza pubblica. Il disallineamento del tasso di crescita del PIL reale 2018 rispetto al panel Upb pone in luce, tuttavia, la presenza nella previsione di un elevato fattore di rischio.

 

I fattori di rischio connessi alla crescita reale tendono ad amplificarsi per il biennio 2019-2020, periodo al di fuori dell’orizzonte di validazione. Il disallineamento della previsione riflette essenzialmente la dinamica più elevata, rispetto alle stime del panel Upb, della domanda interna, in particolare con riferimento ai consumi nazionali. È certamente vero che il margine di incertezza tende ad ampliarsi per le previsioni di medio periodo, ma il quadro programmatico NADEF si attesta, in questo margine, su un lato univocamente ottimistico. Pur considerando gli elementi di miglioramento evidenziatisi recentemente nell’economia italiana, il loro carattere strutturale resta da verificare e sembra, dunque, poco prudenziale incorporarne l’impatto nelle ipotesi di crescita di medio periodo.

 

Riguardo alla revisione del percorso di aggiustamento della finanza pubblica, la sua motivazione deriva non tanto da un peggioramento delle prospettive dell’economia rispetto alla scorsa primavera quanto dal cambiamento, maturato a livello europeo, delle modalità di valutazione della fase ciclica, basate su uno strumentario più ampio di quello fondato sul solo calcolo dell’output gap e della definizione dell’intonazione adeguata della politica fiscale, che comporterebbe un’attenuazione dello sforzo richiesto di correzione del disavanzo. Nel vagliare la posizione ciclica degli Stati Membri, la Commissione ha espresso l’intenzione di impiegare, almeno per il 2018, non solo la stima dell’output gap, ma anche un set di indicatori più ampio (grado di utilizzo della capacità produttiva e della forza lavoro, il tasso di disoccupazione di breve e di lungo periodo, l’inflazione, la crescita dei salari e i prezzi delle attività finanziarie) e anche su quella base valutare l’adeguatezza della risposta della politica di bilancio.

 

In questo quadro, ha sottolineato Pisauro, il nuovo e più graduale aggiustamento dei conti pubblici ipotizzato nella NADEF rispetto al DEF (miglioramento del saldo strutturale dello 0,3 per cento per il prossimo anno rispetto allo 0,8 per cento indicato nel DEF e posticipo del sostanziale pareggio strutturale di bilancio al 2020) ha un grado maggiore di realizzabilità rispetto a quello del DEF. Rispettando l’obiettivo fissato per il 2020 (deficit e avanzo primario pari rispettivamente allo 0,2 per cento e al 3,3 per cento del PIL) lo scenario della NADEF condurrebbe comunque la finanza pubblica su un sentiero coerente con la riduzione del debito nel medio termine.

 

In un contesto più favorevole come quello atteso, sia per le previsione dell’andamento dell’economia sia per la distribuzione nel tempo della correzione di bilancio, sarebbe possibile e auspicabile una programmazione degli andamenti di finanza pubblica più credibile e meglio definita. Ciò richiederebbe di evitare di fare ancora affidamento – parzialmente nel 2019 e integralmente nel 2020 sulle clausole di salvaguardia poste a garanzia dei saldi di finanza pubblica, la cancellazione delle quali implicherebbe nell’ultimo anno dell’orizzonte di previsione un maggiore disavanzo dell’1,1 per cento del PIL.

 

Il rispetto delle regole di bilancio nell’anno in corso e nel prossimo dipenderà dall’evoluzione, presumibilmente più flessibile, della loro interpretazione a livello UE a cui la normativa dell’Italia si richiama. Infatti, applicando rigidamente gli obiettivi richiesti dalla cosiddetta matrice, il rispetto della regola sul saldo strutturale e quella sulla spesa appaiono a forte rischio di deviazione significativa nel 2017. Per il 2018 con un aggiustamento richiesto dello 0,3 per cento strutturale per il prossimo anno si avrebbe il sostanziale rispetto delle regole in termini annuali mentre in termini biennali permarrebbero dei rischi di deviazione anche significativa. Infine, il sentiero programmatico del debito in rapporto al PIL, nonostante la riduzione a partire da quest’anno prevista dalla NADEF, non sarebbe sufficiente ad assicurare il rispetto della relativa regola numerica entro il 2020.