Pubblicato il Focus n. 1 “Una panoramica delle strategie di finanza pubblica nei DPB 2018 dei paesi dell’area dell’euro”

Il Focus offre una panoramica dei Documenti programmatici di bilancio (DPB) che entro ottobre di ogni anno i paesi dell’area euro sono tenuti a presentare alla Commissione europea e all’Eurogruppo. I DPB  vengono analizzati dalla Commissione che, entro novembre, pubblica le sue Opinioni sulle strategie di bilancio per l’anno successivo, valutando se le regole del Patto di stabilità e crescita (PSC) siano rispettate e se le politiche di bilancio siano coerenti con le raccomandazioni emesse a luglio dal Consiglio UE.

 

Il Focus – i dati che contiene sono scaricabili dalla visualizzazione interattiva – si articola in due parti: la prima è dedicata a un confronto tra gli obiettivi dei principali aggregati di finanza pubblica contenuti nei DPB di ciascun paese;  la seconda parte analizza (Italia esclusa) la strategia presentata nei DPB delle principali economie dell’area euro –  Germania, Francia, Spagna, Olanda e Belgio – evidenziando le differenze rispetto agli obiettivi dei rispettivi Programmi di stabilità (PS) e illustrando sinteticamente le Opinioni della Commissione e le conclusioni dell’Eurogruppo.

 

In questo round di Opinioni, la Commissione, sulla base di una specifica analisi,  ha, applicato per la prima volta – chiarendo che ciò varrà solo per il 2018 – il proprio “margine di discrezionalità” nel determinare l’aggiustamento strutturale richiesto nel 2018 per quei paesi, come Italia, Slovenia, Belgio e Francia che sarebbero chiamati a una significativa correzione dei conti pubblici, cioè 0,5 punti percentuali di PIL o più, nell’ambito del braccio preventivo.

 

La Commissione, al fine di utilizzare con più discrezionalità la cosiddetta “matrice” che modula il percorso verso l’obiettivo di medio termine (OMT) in relazione alle condizioni cicliche dei singoli paesi, ha effettuato un attento esame della posizione ciclica di ciascuno Stato membro per contemperare la necessità di consolidamento di bilancio con il sostegno alla ripresa. Questi i criteri utilizzati per l’applicazione del proprio margine di discrezionalità: nessuna discrezionalità quando sia a rischio la sostenibilità di breve periodo o la ripresa appaia sufficientemente robusta; un aggiustamento pari ad almeno la metà del requisito previsto quando la ripresa sia fragile oppure possa essere pregiudicata da uno sforzo di ampia dimensione. L’effettiva realizzazione di questo aggiustamento richiesto ridotto è tuttavia inderogabile, ovvero senza margini di tolleranza, soprattutto per i paesi che non rispettano la regola numerica sul debito.

 

L’analisi delle condizioni cicliche  ha indotto la Commissione a non ritenere necessario un allentamento dei requisiti previsti per Francia e Belgio, mentre l’aggiustamento richiesto è stato ridotto da 0,6 a 0,3 per l’Italia e da 1 a 0,6 per la Slovenia. Resta il fatto che per tutti questi paesi l’aggiustamento programmatico indicato nei rispettivi DBP per il 2018, ricalcolato dalla Commissione, è inferiore a quanto richiesto e addirittura pari a zero contro lo 0,6 punti percentuali nel caso della Francia (tab. 1). Nelle previsioni di autunno della Commissione per Francia e Belgio l’aggiustamento stimato si traduce in un aumento del disavanzo strutturale (rispettivamente 0,4 e 0,1 punti percentuali).

 

Tab. 1 per sito

 

Ecco più in dettaglio le principali osservazioni che scaturiscono dall’analisi condotta nel Focus (tab. 2).

 

  • Nel biennio 2017-18, il disavanzo nominale, com’è noto influenzato anche dalle condizioni cicliche dell’economia e dai tassi d’interesse, è atteso, nei paesi dell’area euro, in miglioramento di 0,3 punti percentuali di PIL rispetto al 2016 per un disavanzo nominale medio, nel 2018, pari all’1 per cento di PIL. L’Italia ha come obiettivo un miglioramento medio annuo pari a 0,5 punti percentuali, quindi leggermente superiore alla media, e un disavanzo 2018 dell’1,6 per cento, il terzo più elevato. Sempre nel 2018 il paese con l’obiettivo di disavanzo maggiore è la Francia (2,6 per cento), quello con l’obiettivo di avanzo più elevato è Cipro (1,3 per cento).

 

  • Nel biennio 2017-18 i DPB stimano un miglioramento medio annuo di 0,2 punti percentuali di PIL dei saldi primari (anch’essi influenzati dal ciclo, oltre che da politiche di bilancio discrezionali), che raggiungerebbero il prossimo anno l’1 per cento di PIL in media. L’Italia ha come obiettivo un miglioramento medio annuo di poco superiore alla media (0,3 punti percentuali) a fronte di un obiettivo di avanzo primario  del 2 per cento, circa il doppio della media. Cipro e Francia sono i due paesi che, per il 2018, indicano rispettivamente l’obiettivo di avanzo primario maggiore (3,8 per cento) e l’obiettivo di disavanzo primario più elevato (0,8 per cento). È la Lettonia a mostrare il peggioramento annuo maggiore (0,7 punti percentuali), mentre la Spagna conseguirebbe il miglioramento medio annuo più elevato (1 punto percentuale).

 

  • Sul versante del debito pubblico, nel biennio 2017-18, si stima per la media dei paesi una riduzione annua di circa 1,6 punti percentuali di PIL che farebbe scendere all’86,5 per cento il rapporto debito/PIL il prossimo anno. Se si esclude la Grecia, l’Italia si conferma “maglia nera” nella “classifica” dell’area euro con un debito pari al 130 per cento del PIL; la riduzione del rapporto è inoltre minore della media e pari all’1 per cento. L’Estonia, con un rapporto debito/PIL dell’8,6 per cento si piazza al primo posto della “classifica”, mentre il paese che prevede la maggiore riduzione media annua attesa è Cipro (7,3 punti percentuali).

 

  • Se si concentra l’attenzione sui saldi strutturali, ricalcolati dalla Commissione sulla base di quelli indicati dai paesi nei DPB, risulta che questi restano stabili tra il 2016 e il 2018 (vi è invece un miglioramento di 0,1 punti percentuali considerando solo i paesi che non hanno raggiunto l’obiettivo di medio termine, OMT), anno in cui il disavanzo strutturale è, in media, pari a 1,1 per cento. Per l’Italia, nel 2018, il disavanzo strutturale è maggiore della media e pari a 1,9 per cento; il peggioramento strutturale medio annuo è di 0,1 punti percentuali, quindi un obiettivo meno ambizioso della media in generale e, in particolare, rispetto a quella dei paesi che non hanno ancora raggiunto l’OMT.

 

  • I paesi che stimano l’avanzo strutturale maggiore per il prossimo anno sono Germania e Lussemburgo (0,5 per cento), mentre il paese che mostra il disavanzo strutturale più elevato è la Spagna (2,5 per cento). L’Irlanda mostra il miglioramento medio annuo atteso più elevato (0,7 punti percentuali), il Lussemburgo il peggioramento più significativo (0,8 punti percentuali).

 

  • Nei paesi dell’area euro si evidenzia per il 2017 una fiscal stance neutrale, mentre nel 2018 l’inizio di una fase positiva del ciclo si accompagnerebbe ad un impulso leggermente espansivo, principalmente per effetto del parziale utilizzo dello spazio di bilancio a disposizione della Germania che prevede una riduzione dell’avanzo primario strutturale di 0,6 punti percentuali. Gli scenari programmatici attuali, quindi, vedono realizzarsi nel 2018, piuttosto che una politica di bilancio neutrale come raccomandato dalla Commissione europea, un orientamento moderatamente espansivo, in ritardo rispetto a quanto suggerito dalla Commissione stessa per il 2017.

 

  • Tra i principali paesi dell’area dell’euro, la Germania continua a superare l’OMT anche nel biennio 2017-18, al pari dell’Olanda che prevede anche di raggiungere un rapporto debito/PIL inferiore al 60 per cento dal 2017. La Francia conferma l’impegno di ridurre il rapporto disavanzo/PIL sotto la soglia del 3 per cento nel 2017 e intende attuare una strategia di bilancio basata su tagli di spesa in termini reali per finanziare tagli di imposte permanenti. Secondo le previsioni del DPB e della stessa Commissione, anche la Spagna dovrebbe riportare il rapporto disavanzo/PIL al di sotto del 3 per cento nel prossimo anno, mentre il Belgio è a rischio di deviazione significativa nel 2017 e nel 2018. Secondo le previsioni della Commissione, infine, per il Belgio la regola numerica sul debito non è rispettata né nel 2017, né nel prossimo anno.

Tab. 2 per sito