Pubblicato il Focus “Una panoramica delle strategie di finanza pubblica nei DPB 2018 dei paesi dell’area dell’euro”

 

Il Focus e la connessa visualizzazione interattiva offrono una panoramica dei Documenti programmatici di bilancio (DPB) che i paesi dell’area euro hanno presentato, lo scorso ottobre, alla Commissione europea e all’Eurogruppo. I DPB sono stati analizzati nell’autunno scorso dalla Commissione, che ha pubblicato le sue Opinioni sulle strategie di bilancio per il 2018, valutandone la coerenza rispetto alle regole del Patto di stabilità e crescita (PSC) e alle raccomandazioni approvate a luglio dal Consiglio UE.

 

Il Focus si articola in due parti: la prima dedicata a un confronto tra gli obiettivi dei principali aggregati di finanza pubblica dei DPB di ogni paese; la seconda rivolta alle strategie (Italia esclusa) dei DPB delle principali economie dell’area euro (Germania, Francia, Spagna, Olanda e Belgio).

 

In questo round di Opinioni, la Commissione, sulla base di una specifica analisi, ha applicato per la prima volta – chiarendo che ciò varrà solo per il 2018 – il proprio “margine di discrezionalità” nel determinare l’aggiustamento strutturale richiesto nel 2018 per quei paesi, come Italia, Slovenia, Belgio e Francia chiamati a una significativa correzione dei conti pubblici, cioè 0,5 punti percentuali di PIL o più.

 

La Commissione, al fine di utilizzare con più discrezionalità la cosiddetta “matrice” che modula il percorso verso l’obiettivo di medio termine (OMT) in relazione alle condizioni  cicliche dei singoli paesi,  ha effettuato un attento esame della posizione di ciascuno Stato membro, per contemperare la necessità di consolidamento di bilancio con il sostegno alla ripresa. Su questa base la Commissione non ha ritenuto necessario un allentamento dei requisiti previsti per Francia e del Belgio, riducendo invece l’aggiustamento richiesto  da 0,6 a 0,3 per l’Italia e da 1 a 0,6 per la Slovenia. Per tutti i paesi l’aggiustamento programmatico indicato nei rispettivi DBP per il 2018, ricalcolato dalla Commissione, è in ogni caso inferiore a quanto richiesto e addirittura pari a zero contro lo 0,6 punti percentuali nel caso della Francia.

 

Ecco più in dettaglio le principali osservazioni che scaturiscono dall’analisi condotta nel Focus:

 

  • Nel biennio 2017-18, il disavanzo nominale è atteso , nei paesi considerati, in miglioramento  di 0,3 punti percentuali di PIL rispetto al 2016 per un disavanzo nominale medio, nel 2018, pari all’1 per cento di PIL. L’Italia ha come obiettivo  un miglioramento medio annuo pari a 0,5 punti percentuali, quindi leggermente superiore alla media, e un disavanzo 2018 dell’1,6 per cento, il terzo più elevato.

 

  • Nel biennio 2017-18 i DPB stimano un miglioramento medio annuo di 0,2 punti percentuali di PIL dei saldi primari, che raggiungerebbero quest’anno l’1 per cento di PIL in media. L’Italia ha come obiettivo un miglioramento medio annuo di poco superiore alla media (0,3 punti percentuali) per raggiungere un avanzo primario del 2 per cento, circa il doppio della media.

 

  • Sul versante del debito pubblico, nel biennio 2017-18, si stima per la media dei paesi una riduzione annua del rapporto debito/PIL di circa 1,6 punti percentuali che lo farebbe scendere all’86,5 per cento quest’anno. Se si esclude la Grecia, l’Italia si conferma “maglia nera” nella classifica dell’area euro con un debito pari al 130 per cento del PIL, inoltre, la riduzione è minore della media e pari all’1 per cento del rapporto.

 

  • Con riferimento ai saldi strutturali, ricalcolati dalla Commissione europea sulla base di quelli indicati dai paesi nei DPB, si ricava che restano stabili tra il 2016 e il 2018, anno in cui il disavanzo strutturale è, in media, pari a 1,1 per cento (vi è invece un miglioramento di 0,1 punti percentuali considerando solo i paesi che non hanno raggiunto l’obiettivo di medio termine, OMT). Per l’Italia, nel 2018, il disavanzo strutturale è maggiore della media e pari a 1,9 per cento; il peggioramento strutturale medio annuo è di 0,1 punti percentuali, quindi un obiettivo meno ambizioso della media in generale e, in particolare, rispetto a quella dei paesi che non hanno ancora raggiunto l’OMT.

 

  • Nei paesi dell’area euro si evidenzia per il 2017 una fiscal stance neutrale, mentre nel 2018 l’inizio di una fase positiva del ciclo si accompagnerebbe ad un impulso leggermente espansivo, principalmente per effetto del parziale utilizzo dello spazio di bilancio a disposizione della Germania che prevede una riduzione dell’avanzo primario strutturale di 0,6 punti percentuali. Gli scenari programmatici attuali vedono realizzarsi nel 2018, piuttosto che una politica di bilancio neutrale come raccomandato dalla Commissione europea, un orientamento moderatamente espansivo, in ritardo rispetto a quanto suggerito dalla Commissione stessa per il 2017.

 

  • Tra i principali paesi dell’area dell’euro, la Germania continua a superare l’OMT anche nel biennio 2017-18, al pari dell’Olanda che prevede anche di raggiungere un rapporto debito/PIL inferiore al 60 per cento dal 2017.