Validazione del quadro macroeconomico tendenziale della NADEF 2020

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È stata pubblicata oggi nel sito dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) la lettera di validazione del quadro macroeconomico tendenziale della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) 2020, trasmessa al Ministero dell’Economia e delle finanze (MEF) lo scorso 21 settembre. Su una prima versione delle previsioni tendenziali trasmesse dal MEF, l’UPB aveva formulato rilievi ai quali il MEF aveva provveduto a rispondere il 18 settembre. Come prescritto, l’UPB procederà a valutare anche il quadro macroeconomico programmatico pubblicato nella stessa NADEF, quadro che incorpora gli effetti della prossima manovra di bilancio.

 

L’UPB, tenuto conto dell’incertezza che caratterizza le previsioni, ha valutato la plausibilità del quadro macroeconomico tendenziale della NADEF 2020 sulla base di intervalli di valori accettabili per le singole grandezze che lo compongono.

 

Il Consiglio dell’UPB ha pertanto validato le previsioni tendenziali relative all’andamento dell’economia italiana per gli anni 2020-21 – previsioni che ipotizzano una variazione del PIL reale pari a -9,0 per cento quest’anno e a 5,1 per cento il prossimo – pur sottolineando la presenza di significativi fattori di rischio.

 

Quanto alle previsioni per gli anni successivi, vale a dire per il biennio 2022-23 (che non sono oggetto di validazione), le previsioni del MEF appaiono lievemente ottimistiche rispetto all’intervallo accettabile delle stime allo stato delle informazioni attualmente disponibili.

 

L’evoluzione di medio termine dell’economia italiana appare soggetta a rischi ancora molto ampi, nel complesso orientati al ribasso. Gli scenari avversi sono riconducibili prevalentemente all’evoluzione della pandemia, in Italia e all’estero, oltre che alle tensioni finanziarie.

 

Sebbene la fase di riapertura delle attività economiche si sia svolta finora in maniera ordinata, l’eventualità di nuove restrizioni si potrà escludere solo quando verranno diffuse cure o vaccini efficaci, i cui tempi di realizzazione appaiono al momento incerti. Nel frattempo il COVID-19 ha ripreso a diffondersi velocemente in diversi paesi europei, come la Francia e la Spagna, oltre che in Asia (in particolare in India). Se nei prossimi trimestri si rendesse necessaria in Italia una nuova stretta alle attività produttive e agli spostamenti ne deriverebbero conseguenze sia sul ciclo economico sia sulla struttura produttiva, già colpita dalla passata recessione.

 

Le politiche economiche e monetarie stanno contrastando la crisi tramite l’espansione dei bilanci di governi e banche centrali. Quando la pandemia sarà debellata e l’economia mondiale tornerà a crescere stabilmente occorrerà ridurre gli squilibri finanziari accumulati. Eventuali sfasamenti nei cicli di ripresa tra paesi potrebbero incidere sui premi al rischio richiesti dai mercati alle economie per le quali il recupero è meno rapido. Se tale eventualità riguardasse l’Italia, caratterizzata da uno stock di debito pubblico elevato, le tensioni finanziarie potrebbero velocemente interagire con le decisioni di spesa di famiglie e imprese.