Focus n. 1/2025 “Piano asili nido e scuole dell’infanzia: stato di attuazione e obiettivi del PNRR e del PSB”

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Comunicato stampa

15 gennaio 2025 | Il declino demografico sta interessando molti paesi sviluppati tra cui l’Italia. Il potenziamento dei servizi per l’infanzia (vedi allegato statistico relativo alla figura 9), come politica di contrasto alla crisi della natalità, ha assunto una centralità crescente all’interno dell’agenda politica europea e nazionale.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) destina 3,24 miliardi per la realizzazione di 150.480 nuovi posti per il potenziamento dell’offerta delle scuole dell’infanzia e degli asili nido. Oltre alle risorse europee sono destinate alla misura ulteriori fondi nazionali, per un finanziamento complessivo pubblico di 4,57 miliardi.

Nel PSB gli investimenti volti al potenziamento dei servizi educativi per i bambini sotto i tre anni sono stati inclusi tra quelli che hanno consentito l’estensione a sette anni del periodo di aggiustamento dei conti pubblici.

Nel Focus, sulla base delle informazioni contenute nella piattaforma ReGiS (aggiornate al 9 dicembre 2024), si descrive lo stato di attuazione dei progetti e si valuta il loro contributo al raggiungimento degli obiettivi previsti sia nel PNRR sia nel PSB.

Sin dalle prime fasi attuative del PNRR si sono riscontrate difficoltà, in particolare per il segmento riservato agli asili nido. L’adesione da parte dei Comuni, soprattutto quelli del Mezzogiorno e con gravi carenze strutturali, è stata limitata. Sono state necessarie più procedure di assegnazione dei fondi per esaurire tutte le risorse disponibili.

Queste difficoltà si ripercuotono sullo stato di avanzamento dei 3.199 progetti censiti in ReGiS. Secondo il cronoprogramma finanziario a tutto il 2024 avrebbero dovuto essere spesi 1,7 miliardi delle risorse PNRR; ne risultano effettivamente utilizzati circa la metà (816,7 milioni). La quasi totalità degli interventi avviati nel 2020 o nel 2021 sono in una fase esecutiva e solo circa il 3 per cento dei progetti è concluso. Parte dei progetti avviati con il più recente Nuovo piano asili nido non è ancora presente in ReGiS e per più della metà di quelli censiti non si hanno informazioni. All’interno delle singole macroaree del Paese si osservano andamenti differenti tra le fasi di avanzamento dei progetti. Nel Centro e nel Nord si evidenzia una leggera prevalenza di progetti in esecuzione (rispettivamente 72,7 e 70,9 per cento) rispetto al Mezzogiorno (69 per cento). Nel Nord si registra la quota maggiore di progetti (18 per cento) nella fase conclusiva.

Permangono incertezze sul conseguimento dell’obiettivo sia in termini quantitativi (150.480 nuovi posti da realizzare) sia temporali (giugno 2026). In nessuno dei quattro scenari elaborati nel Focus l’obiettivo quantitativo sarebbe pienamente raggiunto. La distanza dall’obiettivo sarebbe marginale, circa 500 posti, nello scenario più favorevole, fino a salire a circa 26.000 posti in quello meno favorevole. Nella stima che introduce le minori correzioni rispetto ai dati dichiarati lo scarto sarebbe pari a circa 17.400 posti. I posti aggiuntivi per gli asili nido oscillano tra 93.239 (scenario meno favorevole) e 110.831 (scenario più favorevole), mentre quelli delle materne variano tra 31.063 e 39.175.

Al contrario, il raggiungimento degli obiettivi fissati nel PSB, meno ambiziosi di quelli contenuti nel PNRR, avverrebbe, complice il calo demografico, anche senza la piena attuazione di quest’ultimo. Nello scenario previsivo meno favorevole a livello nazionale si arriverebbe, sempre nel 2026, a un tasso di copertura del 36,1 per cento, mentre a livello regionale il valore minimo, pari al 24 per cento, si osserverebbe in Sicilia. Nello scenario previsivo più favorevole la copertura supererebbe il 33 per cento in tutte le regioni, a eccezione della Campania e della Sicilia.

Complessivamente, la piena realizzazione degli interventi del PNRR ridurrebbe i divari tra le regioni meridionali e quelle del Centro-Nord, ma aumenterebbe le disuguaglianze nell’offerta dei servi all’interno delle regioni stesse. La quasi totalità dei Comuni con meno di 500 abitanti (96,6 per cento) resta priva di strutture. Al crescere della dimensione demografica migliora la copertura del servizio. Rimangono, tuttavia, Comuni, anche di grandi dimensioni, con un’offerta inadeguata rispetto al bacino di utenti.