Il Focus (edizione rivista del 23 novembre) ripercorre l’attuazione dei provvedimenti che hanno concesso anticipazioni alle Regioni per consentire il pagamento dei debiti commerciali, al fine di valutare i riflessi sulla finanza pubblica del criterio contabile adottato da alcuni enti (mancata sterilizzazione delle anticipazioni in termini di competenza), comportamento successivamente censurato dalla Corte costituzionale (Delibera 181/2015) e regolamentato da un recente provvedimento (DL 179/2015). L’analisi porta a concludere che la mancata sterilizzazione delle anticipazioni non dovrebbe aver comportato, in linea generale, maggiori spese rispetto a quanto previsto dal Patto di stabilità interno, e quindi rispetto a quanto già esposto nel conto delle Amministrazioni pubbliche. D’altro canto, la mancata sterilizzazione può aver consentito alle Regioni di eludere, di fatto, i vincoli contabili che riguardano il ripiano dei disavanzi di amministrazione e le conseguenti misure di ripiano che avrebbero comportato risparmi ulteriori rispetto a quanto previsto dal Patto di stabilità interno. Il DL 179/2015 identifica una soluzione che, pur richiedendo una operazione di sterilizzazione delle anticipazioni nei bilanci regionali con conseguente aumento del disavanzo, consente agli enti di ripianarlo in un numero di anni analogo alla restituzione dell’anticipazione e nei limiti dell’importo dell’anticipazione percepita; lo sforzo di risparmio risulta così identico a quello che sarebbe stato richiesto agli enti in caso di mancata sterilizzazione.