Il Focus “Una panoramica delle strategie di finanza pubblica nei Documenti programmatici di bilancio 2020 dei paesi dell’area dell’euro”, i cui dati sono disponibili anche in modalità interattiva, illustra il quadro delle strategie di finanza pubblica che i paesi dell’area dell’euro hanno presentato lo scorso ottobre e sui quali la Commissione europea ha pubblicato il 20 novembre le sue valutazioni.
Nella prima parte del Focus, vengono messi a confronto gli obiettivi dei principali aggregati di finanza pubblica contenuti nei Documenti programmatici di bilancio (DPB), soprattutto quelli rilevanti ai fini delle regole del Patto di stabilità e crescita (PSC), per gli anni 2018, 2019 e 2020. Dopo una breve analisi della fiscal stance dei paesi dell’area dell’euro, nell’ultima parte il Focus descrive più in dettaglio la strategia indicata nei DPB delle principali economie dell’area dell’euro (esclusa l’Italia), vale a dire la Germania, la Francia, la Spagna, l’Olanda e il Belgio, evidenziando le differenze rispetto agli obiettivi presentati nei Programmi di stabilità (PS) di aprile e illustrando brevemente le opinioni della Commissione europea e le conclusioni dell’Eurogruppo.
In questo round di presentazione dei DPB, per la prima volta dal 2002 nessun paese dell’area dell’euro è nel braccio correttivo del PSC, ovvero in procedura per disavanzo eccessivo (PDE) e quindi tutti i 19 paesi si trovano nel braccio preventivo. Inoltre, la Commissione europea non ha chiesto ad alcuno Stato membro di ripresentare il proprio DPB in quanto in nessun caso è stata rilevata un’inosservanza particolarmente grave del PSC. Infine, secondo le stime presentate nei DPB, tutti gli Stati membri dell’area dell’euro registrerebbero un disavanzo nominale inferiore al 3 per cento del PIL nel 2019, a eccezione della Francia, il cui superamento della soglia secondo la Commissione europea è tuttavia temporaneo, vicino al limite e solamente dovuto all’impatto una tantum di una singola misura.
La tabella 1 raffronta i principali indicatori di finanza pubblica dei paesi dell’area dell’euro per il triennio 2018-2020 insieme alle valutazioni della Commissione europea sul raggiungimento dell’obiettivo di medio termine (OMT) sulla base dei dati aggiornati, notificati a Eurostat nell’autunno 2019.
Queste le principali conclusioni che emergono.
- Nel 2020 tra i paesi dell’area dell’euro il disavanzo nominale risulterebbe, in media, dello 0,8 per cento di PIL (1,9 per cento tra i paesi che nel 2018 non avevano raggiunto l’OMT). Il paese con l’obiettivo di disavanzo maggiore è il Belgio (2,3 per cento di PIL), quello con l’obiettivo di avanzo più elevato è Cipro (2,7 per cento). L’obiettivo di disavanzo dell’Italia (2,2 per cento di PIL) sarebbe il secondo più elevato.
- Rispetto al 2018, i saldi nominali sono previsti in media annua in lieve peggioramento di 0,2 punti percentuali di PIL tra i paesi dell’area dell’euro. Il paese con il miglioramento medio annuo atteso più elevato è Cipro (3,6 punti percentuali di PIL), mentre i paesi con il peggioramento medio annuo atteso maggiore sono Belgio e Lussemburgo (0,8 punti percentuali di PIL entrambi). Per l’Italia la variazione media annua attesa è nulla e minore dei paesi che nel 2018 non avevano raggiunto l’OMT.
- I saldi primari attesi nel 2020 sono in media pari a 0,7 per cento di PIL. Il paese con l’obiettivo di avanzo primario maggiore è sempre Cipro (5,1 per cento di PIL), quello con l’obiettivo di disavanzo primario più elevato è la Francia (0,8 per cento). L’obiettivo di avanzo primario dell’Italia nel 2020 è 1,1 per cento di PIL, maggiore della media sia dei paesi dell’area dell’euro sia di quelli che nel 2018 non avevano raggiunto l’OMT.
- I saldi primari previsti nel biennio 2019-2020 risultano in media annua in peggioramento di 0,3 punti percentuali di PIL. Il Belgio registra il peggioramento medio annuo atteso maggiore (0,9 punti percentuali), mentre Cipro registra il miglioramento più elevato (3,6 punti percentuali). L’Italia riporta un peggioramento medio annuo atteso (0,2 punti percentuali di PIL) di poco inferiore alla media dell’area dell’euro e di poco superiore alla media dei paesi che nel 2018 non avevano raggiunto l’OMT.
- Nella media dell’area dell’euro il debito pubblico dovrebbe passare da 87,8 per cento di PIL del 2018 a 85,3 per cento nel 2020. Il paese con il debito pubblico più elevato atteso nel 2020 è la Grecia (167,8 per cento di PIL), mentre l’Estonia è quello con il debito pubblico minore atteso (8 per cento). L’Italia prefigura nel 2020 il secondo debito pubblico più elevato (135,2 per cento di PIL). La Grecia è il paese con la maggiore riduzione annua media attesa (6,7 punti percentuali di PIL) nel 2019-2020, mentre il Belgio è quello con il maggiore incremento medio annuo atteso (0,9 punti percentuali). L’Italia stima un aumento medio annuo di 0,2 punti percentuali di PIL, il quarto più elevato.
- Secondo le stime della Commissione, il Belgio, l’Italia e la Finlandia sono gli unici paesi dell’area dell’euro dove il rapporto tra il debito e il PIL aumenta nel 2020 rispetto all’anno precedente mentre in Francia esso rimane stabile. In Italia, ciò è dovuto principalmente allo sfavorevole effetto snowball, vale a dire la differenza tra costo medio del debito e crescita nominale del PIL, quest’ultima la più bassa dell’area dell’euro. Negli altri paesi, al contrario, l’effetto snowball è favorevole ma viene più che controbilanciato dai persistenti disavanzi primari in Francia e, in maniera meno evidente, in Finlandia; in questo paese, come in Belgio, vi è inoltre un impatto particolarmente sfavorevole dell’aggiustamento stock-flussi, vale a dire delle componenti di aumento del debito che non sono contabilizzate nell’indebitamento netto della PA.
- La media dei disavanzi strutturali attesi dell’area dell’euro è pari a 1,1 per cento di PIL nel 2020, in peggioramento in media annua nel 2019-2020 di 0,1 punti percentuali. Il paese con l’avanzo strutturale maggiore atteso nel 2020 è la Grecia (1,9 per cento di PIL), mentre quelli con il disavanzo strutturale più elevato sono la Spagna e la Francia (2,7 per cento di PIL entrambi). Per l’Italia Il disavanzo strutturale atteso è pari al 2,2 per cento di PIL (in miglioramento di 0,1 punti percentuali in media nel biennio 2019-2020), maggiore dei paesi dell’area dell’euro e minore dei paesi che nel 2018 non avevano raggiunto l’OMT.
- L’aggregazione dei dati dei DPB 2020 indica per l’area dell’euro, a fronte di un output gap leggermente positivo, un impulso di bilancio appena espansivo nel 2019, che si intensifica – seppur in misura modesta – nell’anno successivo, essenzialmente per effetto di un più largo utilizzo, da parte della Germania, dello spazio di bilancio a disposizione. In entrambi gli anni, quindi, la fiscal stance assumerebbe un orientamento più espansivo rispetto a quello ritenuto appropriato dall’EFB; ciò può essere in parte giustificato dal peggioramento delle previsioni relative al contesto macroeconomico rispetto a quelle formulate al tempo delle valutazioni dell’EFB.
- Riguardo al rispetto delle regole europee, per la Spagna (da quest’anno nel braccio preventivo) la Commissione segnala il rischio di deviazione significativa in termini annuali nel 2019 e in termini annuali e biennali nel 2020, mentre il criterio del debito non sarà rispettato in nessuno dei due anni. Per la Francia, sia nel 2019 sia nel 2020 vi è il rischio di deviazione significativa, mentre il criterio del debito non sarà rispettato, né quest’anno, né il prossimo. Il Belgio non è atteso rispettare il criterio del debito nel 2019 e nel 2020. Inoltre, la Commissione rileva il rischio di deviazione significativa sia nel 2019 sia nel 2020.
- La Germania e l’Olanda continuano ad essere in overachievement dell’OMT. Nel 2019, il rapporto tra il debito e il PIL di entrambi i paesi si colloca al di sotto della soglia del 60 per cento e continuerà a calare nel 2020. Ad entrambi la Commissione ha raccomandato di utilizzare gli spazi di bilancio disponibili per rilanciare gli investimenti. L’Eurogruppo ha condiviso le raccomandazioni della Commissione e si è detto soddisfatto che Germania e Olanda abbiano predisposto piani per utilizzare nel 2020 parte delle risorse disponibili, al fine di rafforzare la crescita e gli investimenti, pur preservando la sostenibilità di lungo periodo delle finanze pubbliche.