Audizione dell’Ufficio parlamentare di bilancio nell’ambito dell’esame del DEF 2017

 

Il presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) Giuseppe Pisauro è stato ascoltato oggi in audizione dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite in seduta congiunta, nell’ambito dell’esame preliminare del Documento di economia e finanza (DEF) 2017 pubblicato il 12 aprile scorso dal Ministero dell’Economia e delle finanze (MEF).

 

Nel suo intervento Pisauro ha analizzato il contenuto del DEF, illustrando le ragioni che, alla luce delle informazioni disponibili, hanno condotto a un esito positivo il processo di validazione del quadro programmatico 2017-2020 (precedentemente era stato validato positivamente il quadro macroeconomico tendenziale) pur in presenza di fattori di rischio legati allo scenario internazionale (emergere di posizioni protezionistiche da parte degli Usa, intensificarsi di tensioni nello scacchiere geo-politico, esaurirsi della fase di debolezza dell’euro che favorisce le nostre esportazioni) e all’elevato grado di incertezza che caratterizza, in questa fase, la definizione della politica di bilancio ipotizzata nel Documento. La dinamica del PIL reale si colloca all’interno dell’intervallo di previsione del panel UPB (Cer, Prometeia e Ref, oltre allo stesso UBP) anche se risulta al limite della previsione più elevata, soprattutto nel biennio 2018-19. Lo scenario programmatico sconta un’evoluzione dei consumi finali al di sopra dell’intervallo del panel UPB, in particolare nel 2018 e 2019, anno nel quale appare più forte anche il contributo della domanda interna alla crescita del PIL.

 

Sui contenuti di finanza pubblica Pisauro ha sottolineato:

 

  • il quadro programmatico della politica di bilancio è sostanzialmente indefinito. Dando per scontato l’intervento da attuare con il decreto di aprile (0,2 punti di PIL nel 2017 e 0,3 negli anni successivi) e assumendo l’annullamento delle clausole di salvaguardia annunciato nel DEF, sarebbero necessarie misure correttive nette per 0,9 punti di Pil nel 2018 e 1,4 punti in ciascuno dei due anni successivi. Sul contenuto di tali interventi le informazioni sono pressoché assenti: nel DEF si evocano soltanto azioni “sul lato delle spese e delle entrate comprensive di ulteriori interventi di contrasto dell’evasione”. Non solo: l’entità delle misure lorde finalizzate al reperimento delle risorse occorrenti dovrebbe essere maggiore, in quanto – si legge nel DEF – “il Governo intende anche trovare spazi per operare misure espansive e di riduzione della pressione fiscale in continuità con le misure introdotte negli anni precedenti”. Di nuovo, mancano indicazioni su caratteristiche e dimensione di tali interventi espansivi.

 

  • In questo scenario, appare di difficile realizzazione l’impegno a una disattivazione totale delle clausole di salvaguardia. In realtà, tutto il quadro sconta un’incertezza di base sulla dimensione stessa dell’aggiustamento che sarà necessario, con un sostanziale rinvio alla possibilità che a livello europeo intervengano “cambiamenti nel braccio preventivo del PSC in senso più orientato alla crescita e allo sviluppo”, tali da “ridurre le correzioni fiscali richieste all’Italia per i prossimi anni”.

 

  • Nel quadro programmatico prospettato dal DEF il saldo strutturale nel triennio 2018-2020 appare pienamente in linea con le regole UE e nazionali. Il profilo del rapporto debito/PIL è previsto in discesa, anche se in modo non ancora sufficiente per assicurare il rispetto della relativa regola numerica entro l’orizzonte di programmazione.

 

  • L’inserimento per la prima volta nel DEF di alcuni indicatori di benessere (BES) è condivisibile e apprezzabile perché conferisce maggiori elementi di valutazione alle decisioni pubbliche. Per il futuro la messa a regime di questa sperimentazione richiede un ampliamento dell’insieme di indicatori da considerare e un affinamento degli aspetti metodologici per la loro determinazione.

 

  • Il Programma Nazionale di Riforma (PNR) per il 2017 fornisce un’ampia descrizione dei progressi realizzati nel 2016 e nei primi mesi di quest’anno, confermando i programmi di riforma indicati nei precedenti documenti di programmazione.