Audizione sulla riforma della struttura di bilancio e sul rafforzamento del bilancio di cassa

 

L’audizione riguarda i contenuti di due schemi di decreto sulla contabilità pubblica. I temi trattati sono il potenziamento del bilancio di cassa, la revisione della tesoreria, il completamento della classificazione funzionale del bilancio e i nuovi strumenti per la programmazione della spesa.

 

Un volume imponente di residui passivi caratterizza da sempre la gestione del bilancio (112 miliardi di euro a fine 2014). Nell’audizione vengono illustrati i fattori che determinano questo fenomeno, tra i quali non ultimo la scarsa capacità di programmazione della cassa conseguente all’enfasi tradizionalmente attribuita in Italia al bilancio di competenza. Le nuove norme vanno, a giudizio dell’Upb, nella direzione giusta di modificare le modalità di iscrizione delle spese di competenza al fine di assicurare che le previsioni, già all’origine, tengano conto della spendibilità per cassa delle somme, ponendo così le basi per migliorare la capacità effettiva dell’amministrazione di programmare le uscite di cassa.

 

Sul tema della tesoreria, l’Upb evidenzia che la progressiva riduzione delle gestioni contabili che operano su contabilità speciali o conti correnti di tesoreria centrale, ricondotte alla contabilità ordinaria o soppresse, migliora il monitoraggio e il controllo delle risorse. Soprattutto quelle gestite su contabilità speciali nel 2015 hanno movimentato risorse pari a 900 miliardi (su 1.700 totali), con circa 75 miliardi di giacenze (su 460 miliardi complessive). Viene anche fatta una ricognizione delle condivisibili iniziative dirette al miglioramento della conoscibilità del legame bilancio-tesoreria, realtà ad oggi non pienamente comprensibile tenuto conto che nel 2014 i conti aperti presso la tesoreria erano oltre 21.000.

 

Gli schemi di decreto intendono rafforzare la capacità di rappresentare le scelte allocative del bilancio dello Stato (quali risorse per quali finalità). Due le innovazioni principali: una più precisa definizione dei contenuti dei programmi di spesa e l’introduzione del nuovo livello delle azioni quali articolazioni di maggior dettaglio dei programmi. L’Upb valuta positivamente questi interventi sempreché si riesca a dare a programmi e azioni un effettivo significato funzionale. Un’operazione di mera aggregazione degli attuali capitoli/piani di gestione rischia di non centrare l’obiettivo se non si interviene prioritariamente, dove necessario, sulla struttura contabile di base e sui sottostanti fattori legislativi.

 

L’Upb illustra infine i cambiamenti nel processo di formazione del bilancio dello Stato, condivisibili in quanto rafforzano l’approccio top-down. In particolare, l’indicazione di obiettivi di spesa assegnati ai ministeri, coerenti con gli obiettivi per l’intera PA fissati nel DEF lascia aperte alcune problematiche, tra cui quella del ruolo del Parlamento.