Nota sulla congiuntura – aprile 2016

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La Nota sulla congiuntura di aprile fa il punto sulla situazione del ciclo economico interno e internazionale. In essa si osserva che, dopo la frenata di fine 2015, l’attività economica italiana si è rafforzata in avvio 2016. Nelle stime UPB, il PIL potrebbe avere registrato un rimbalzo nel primo trimestre, aumentando di circa lo 0,4 per cento, per poi decelerare (verso lo 0,2 per cento) nel secondo trimestre. Sulla base di queste stime, per conseguire una crescita 2016 dell’1,2 per cento, come ipotizzato nel DEF, la dinamica del PIL dovrebbe attestarsi su ritmi dello 0,5 per cento nel terzo e quarto trimestre.

A fronte di una domanda estera frenata dalla debolezza dei mercati emergenti, sono principalmente i consumi a trainare la ripresa grazie anche al graduale miglioramento del reddito disponibile delle famiglie. Gli investimenti stentano, invece, a recepire in pieno gli stimoli provenienti dal migliore accesso al credito e dalla riduzione dei costi energetici.

Sotto il profilo settoriale, il rialzo produttivo di inizio 2016 riflette l’accelerazione dell’industria a cui si affiancano l’evoluzione moderatamente positiva dei servizi e il consolidamento dei segnali favorevoli nelle costruzioni. Dopo il balzo delle assunzioni nell’ultima parte del 2015, la dinamica occupazionale ha rallentato a inizio 2016 in connessione con l’attenuazione del regime di sgravi contributivi. L’occupazione dovrebbe comunque rimanere su un sentiero moderatamente positivo nel resto dell’anno col proseguire della crescita. L’inflazione è tornata in territorio negativo sotto la spinta deflativa del petrolio. Anche la dinamica di fondo dell’inflazione è, comunque, molto contenuta.

Sul quadro italiano pesano soprattutto i rischi esterni. I segni di decelerazione mondiale sembrano essersi in parte stabilizzati rispetto ai timori di inizio d’anno, ma le stime sulla crescita 2016 sono state nuovamente riviste al ribasso dai previsori. I fattori di instabilità finanziaria e geo-politica, concentrati nelle aree emergenti, possono indurre colpi di freno alla congiuntura internazionale. A fronte di un eventuale deterioramento dello scenario globale, gli strumenti di politica economica dei paesi avanzati appaiono, nell’attuale fase, indeboliti nel condurre un’adeguata azione di contrasto del ciclo.

 

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