Pubblicato il Flash n. 7 “L’inserimento del Fiscal Compact nel diritto UE”

 

Nelle ultime settimane, in Italia e nell’ambito delle istituzioni europee, si è sviluppato un vivace dibattito su un possibile stop al recepimento del Fiscal Compact (FC) nell’ordinamento europeo. Questo Flash si propone di esaminare la praticabilità di questa ipotesi sotto il profilo tecnico-giuridico, valutando gli effetti della mancata trasposizione per gli Stati firmatari (25 su 27) in materia di regole di bilancio.

 

L’eventualità di bloccare o rivedere il contenuto del FC, ovvero il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’Unione economica e monetaria siglato nel 2012, è legata a una clausola contenuta nell’articolo 16, che contempla – entro 5 anni dall’entrata in vigore – l’adozione delle misure necessarie per incorporare le norme del Trattato nell’ordinamento della UE. A che livello? In che tempi? E con quali conseguenze nel caso ciò non avvenga?

 

  1. L’articolo 16 non specifica se il recepimento del FC debba avvenire nei Trattati UE (per la loro modifica occorre un voto unanime) oppure in norme secondarie, come i Regolamenti (nel caso è sufficiente un’approvazione a maggioranza).
  2. L’obbligo di procedere all’incorporazione delle norme del FC nell’ordinamento dell’Unione è un precetto sprovvisto di sanzione e, soprattutto, non indica una scadenza degli impegni per gli Stati firmatari del Trattato: nell’ipotesi di mancata o incompleta trasposizione questi continuerebbero, quindi, a essere vincolati giuridicamente dalle norme del FC.
  3. In linea teorica, uno Stato firmatario di un Trattato intergovernativo può recedere unilateralmente a certe condizioni, come il cambiamento delle circostanze rispetto al momento della sottoscrizione del Trattato.
  4. Confrontando i contenuti normativi del FC con la legislazione europea (regolamenti e direttive) si ricava che, ad eccezione di poche limitate disposizioni, il set di regole fiscali del FC è già incorporato nell’ordinamento dell’UE.

 

Il rilievo della questione del recepimento o meno del FC sembra, in definitiva, giuridicamente molto limitato. La regolamentazione prevista – a cominciare da quella relativa al rispetto delle regole di bilancio – è infatti, già presente (con poche eccezioni) nell’ordinamento europeo in disposizioni giuridicamente altrettanto vincolanti per gli Stati membri, come Regolamenti e Direttive. Inoltre, gli Stati firmatari del FC continuerebbero a essere giuridicamente tenuti alla sua applicazione.

 

Diversa, ma di natura squisitamente politica, è la volontà di promuovere una riflessione di natura più sostanziale sull’insieme della vigenti regole di bilancio europee e sulla loro validità nel quadro attuale con l’obiettivo di giungere ad una loro una modifica. Un’intenzione, che può essere veicolata dal dibattito sulla trasposizione del FC, ma che può anche procedere indipendentemente da quanto previsto dall’articolo 16 del Trattato stesso.