L’Upb è intervenuto stamane in audizione presso le presso le Commissioni bilancio riunite della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica nell’ambito dell’esame del DEF 2016. Nella prima parte dell’audizione l’Upb ha analizzato il quadro macroeconomico per gli anni 2016-19 presentato nel documento governativo. Confrontando le previsioni del Governo con quelle di un panel di previsori indipendenti, risulta che il profilo di previsione programmatica del PIL reale si situa nell’ambito dei criteri di accettabilità seguiti dall’UPB; quello del PIL nominale si situa al limite. Vi è un elemento di divergenza (tanto per il PIL reale che per quello nominale) nel 2018, ma lo scarto specifico rilevato in tale anno, rispetto al limite superiore dei previsori, è di entità contenuta (un decimo di punto). La divergenza sembra essenzialmente da connettere a un’ipotesi di risposta dei consumi delle famiglie e quindi del PIL alla eliminazione – annunciata nel documento programmatico – delle clausole di salvaguardia (aumento di aliquote IVA e accise) relativamente più intensa nelle assunzioni del Governo. Tenendo conto anche del limitato set informativo fornito nel DEF circa l’entità e la composizione della manovra lorda, l’Upb ha ritenuto di validare il quadro macroeconomico, sottolineando tuttavia che l’elevata dose di incertezza che contraddistingue l’attuale fase economica dovrebbe comunque spingere a un approccio di cautela. Questo posizionamento delle stime governative rispetto alle previsioni del panel UPB configura in generale, non solo per il 2018, un fattore di rischio per la previsione. Sorprese negative sul fronte della crescita e dell’inflazione metterebbero a rischio la dinamica del PIL nominale e con essa il percorso di riduzione del rapporto debito/PIL.
Nella seconda parte dell’audizione l’Upb ha analizzato gli obiettivi programmatici di finanza pubblica indicati nel DEF, valutandoli alla luce delle vigenti regole di bilancio, nazionali e sovranazionali. Il Governo propone un percorso di avvicinamento all’obiettivo di medio termine (ovvero l’equilibrio del bilancio in termini strutturali) più graduale rispetto a quello delineato nei precedenti documenti programmatici, posticipando il raggiungimento sostanziale dell’obiettivo dal 2018 al 2019. Le motivazioni indicate nel DEF per tale cambiamento sono di natura principalmente economica e si riferiscono agli esiti di un periodo recessivo di durata e intensità senza precedenti, non colti in modo adeguato dai parametri di misura degli effetti del ciclo definiti in sede UE, e all’inflazione eccezionalmente bassa nonostante la politica monetaria espansiva. Il quadro presentato, allo stato delle informazioni attuali, non sembra rientrare nell’ambito definitorio dell’evento eccezionale come desumibile dall’ordinamento europeo. Nella valutazione dell’Upb, lo scenario programmatico del DEF, seppure evidenziando numerosi scostamenti, sembrerebbe confermare il rispetto del percorso di avvicinamento verso l’obiettivo nel 2015, mentre nel 2016 dipenderebbe dall’utilizzo della flessibilità al livello massimo consentito dalla regole europee (peraltro ancora non riconosciuto dalle istituzioni UE). Nel 2017 e nel 2018, emerge un rischio di deviazione significativa dal percorso di avvicinamento richiesto, soprattutto quando questo viene valutato in termini biennali. Nel 2019, infine, il percorso di avvicinamento è coerente con le regole di bilancio. In sintesi, gli obiettivi di bilancio per il 2017 e il 2018 presentati nel DEF non configurano un percorso di avvicinamento all’obiettivo di medio termine coerente con lo stato attuale del quadro interpretativo delle regole di bilancio europee come trasposte nell’ordinamento interno. Va sottolineato peraltro che tale quadro interpretativo potrebbe evolversi per far fronte ad alcune problematiche emerse nella sorveglianza europea, per esempio per il calcolo dell’output gap, anche se non vi sono al momento evidenze note che questi eventuali sviluppi possano ricondurre gli obiettivi programmatici del DEF al rispetto delle regole di bilancio.