Focus tematico n. 6 / 13 novembre 2015

La cancellazione della Tasi sull’abitazione principale

 

Il Focus fornisce una valutazione dell’abolizione della Tasi sull’abitazione principale in relazione a: 1) le conseguenze per il sistema di finanziamento dei Comuni, 2) gli effetti redistributivi prodotti sui contribuenti, 3) l’impatto sui consumi determinato dal maggiore reddito disponibile, 4) i possibili riflessi sul mercato delle transazioni immobiliari e sul settore delle costruzioni.

 

1) La cancellazione della Tasi sull’abitazione principale e il contemporaneo blocco delle aliquote dei tributi locali al livello del 2015 sottraggono una quota rilevante di manovrabilità delle risorse dei Comuni. Le modalità di compensazione garantiscono in futuro, a chi ha esercitato in precedenza uno sforzo fiscale con un prelievo più alto a carico dei propri cittadini, un equivalente livello di risorse facendo però ricadere il relativo onere sull’intera collettività.

 

2) La Tasi di per sé risulta sostanzialmente proporzionale se si fa riferimento al reddito disponibile monetario, con l’eccezione del primo decile, in cui le famiglie a basso reddito, ma proprietarie dell’abitazione di residenza, subiscono un carico di imposta particolarmente elevato. Se, tuttavia, si integra il reddito monetario con il valore degli affitti figurativi, il prelievo risulta lievemente progressivo.

Dall’eliminazione dell’imposta trarrebbero maggiore beneficio i nuclei familiari con capofamiglia più anziano (tendenzialmente caratterizzati da un rapporto tra patrimonio e reddito più elevato rispetto ai soggetti in età da lavoro), quelli con uno e due componenti, i lavoratori autonomi e, tra i lavoratori dipendenti, quelli con qualifiche più elevate.

Lo sgravio di imposta in rapporto al valore catastale derivante dall’eliminazione della Tasi risulta crescente all’aumentare di quest’ultimo.

 

3) L’incremento complessivo dei consumi sarebbe pari a circa 1,5 miliardi (il 44 per cento della riduzione totale del prelievo). La portata espansiva è limitata dal fatto che, in termini assoluti, la quota maggiore del reddito aggiuntivo derivante dal risparmio di imposta affluisce alle famiglie con redditi più elevati, connotate da una minore propensione marginale al consumo.

 

4) I potenziali effetti dell’abolizione della Tasi sul settore immobiliare e su quello delle costruzioni sono di incerta valutazione. Si può comunque considerare che il prelievo abolito risulta contenuto rispetto alle grandezze in gioco e che il segmento delle abitazioni principali sia meno sensibile all’abolizione di un’imposta ricorrente rispetto a quello degli altri immobili residenziali.

 

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