Focus UPB: Una panoramica dei quadri macroeconomici e di finanza pubblica nelle Relazioni annuali dei paesi della Ue sui progressi compiuti

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Nel 2024-25 resilienza delle economie UE e forte eterogeneità dei bilanci

Bene l’Italia nel processo di consolidamento ma debito ancora elevato

 

12 settembre 2025 | Un nuovo Focus dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) analizza per il biennio 2024-25 i quadri macroeconomici e di finanza pubblica delle Relazioni annuali sui progressi compiuti (APR) presentate dai paesi della UE confrontandoli con quelli dei Piani strutturali di bilancio (PSB), con particolare attenzione a Italia, Francia, Germania e Spagna.

L’approfondimento evidenzia come l’economia europea nel biennio mostri segnali di resilienza nonostante il contesto geopolitico critico, mentre nell’andamento conti pubblici permangano forti eterogeneità tra Stati membri. Nella cornice della nuova governance europea, che richiede un equilibrio tra sostenibilità di bilancio, investimenti in difesa e sostegno alla crescita, l’Italia mostra progressi nel consolidamento strutturale pur mantenendo il secondo debito più elevato in Europa.

Il Focus è accompagnato da una infografica riassuntiva, con i principali risultati del Focus e una panoramica sulle APR 2025. Inoltre, la dashboard messa a punto dall’UPB offre una visualizzazione interattiva dei principali indicatori macroeconomici e di finanza pubblica dei paesi della UE dal 2016 a oggi come riportata nei documenti programmatici. Una specifica sezione della dashboard evidenzia la dinamica della spesa netta, il nuovo indicatore unico della sorveglianza UE.

 

Il Focus evidenzia in particolare alcuni elementi.

L’economia UE resiliente ma nel 2025 si deteriora il contesto globale

Nel 2024, l’economia europea ha mostrato resilienza in un contesto internazionale instabile, con un PIL cresciuto dell’1,0 per cento nella UE e dello 0,9 per cento nell’area dell’euro, ma con andamenti eterogenei tra Stati membri: tra i grandi, Spagna vivace contro Germania in recessione, mentre con lo 0,7 per cento la crescita dell’Italia è risultata lievemente inferiore a quella della media dell’area dell’euro. Per il 2025, gli APR anticipano un diffuso miglioramento delle prospettive di crescita ma il contesto globale continua a deteriorarsi. Tutti i paesi della UE, a eccezione di Austria e Germania, prevedono una crescita positiva.

Sul fronte dell’inflazione, il 2024 ha visto in Europa una stabilizzazione dovuta a diversi fattori, ma persistevano forti divergenze tra paesi. Nel 2025 è attesa in ulteriore diminuzione, con crescita del deflatore del PIL al 2,3 per cento sia per la UE sia per l’area dell’euro, e in progressiva convergenza verso il target della BCE.

 

Disavanzo di bilancio in UE: calo nel 2024 e lieve aumento nel 2025

Nel 2024, a fronte di una crescita del PIL moderata, il disavanzo di bilancio tra i paesi dell’area dell’euro si è ridotto al 3,1 per cento del PIL (3,2 per cento nella UE), grazie soprattutto a maggiori entrate che hanno compensato l’aumento della spesa per interessi. Tuttavia, persiste un’ampia eterogeneità tra i paesi: undici Stati membri hanno fatto registrare un livello del disavanzo di bilancio superiore alla soglia del 3 per cento, con Romania (9,3), Polonia (6,6) e Francia (5,8) ai livelli più elevati. All’opposto, Danimarca, Cipro e Irlanda hanno registrato avanzi di bilancio consistenti.

Nel 2025, il disavanzo è atteso in lieve aumento, al 3,4 per cento del PIL tra i paesi dell’area dell’euro e al 3,5 per cento tra i paesi della UE, anche per l’impatto del maggiore indebitamento della Germania, che ha richiesto l’attivazione della clausola di salvaguardia per il finanziamento delle spese in difesa. Quest’anno sarebbero 12 i paesi che supererebbero il 3 per cento del PIL, con i livelli più alti previsti in Romania, Polonia e Belgio.

 

Deficit 2025 sotto la media UE in Italia e su livelli elevati in Francia ma in linea con le attese; aumento della spesa in Germania e Spagna.

Nel 2024 l’Italia ha ridotto il deficit al 3,4 per cento del PIL grazie al ridimensionamento del Superbonus e a maggiori entrate, Francia e Germania hanno invece registrato un peggioramento: Parigi è salita al 5,8 per cento per effetto dell’aumento della spesa corrente e degli interessi, Berlino al 2,7 per cento per le spese aggiuntive dei Länder e degli enti previdenziali. In Spagna, il disavanzo si è attestato al 3,2 per cento del PIL, condizionato dai costi straordinari dell’alluvione di Valencia.

Per il 2025 l’Italia prevede, in linea con il PSB, un deficit al 3,3 per cento, inferiore alla media UE. In Francia il disavanzo, pur in linea con gli obiettivi recentemente rivisti del PSB, resta elevato (5,4 per cento). Madrid stima un calo al 2,8 per cento, ma il deficit rimane superiore rispetto al target del PSB per via delle misure post-alluvione. In Germania il PSB pubblicato a luglio ha rivisto il deficit al rialzo al 3,3 per cento per via della modifica costituzionale al “freno all’indebitamento” che consentirà di adottare un ampio piano di investimenti infrastrutturali e spese per la difesa.

 

Saldi primari 2024-2025: l’Italia torna in avanzo

Nel 2024, l’Italia ha registrato per la prima volta dall’inizio della pandemia un saldo primario in avanzo (0,4 per cento del PIL), mentre Francia, Germania e Spagna hanno mantenuto saldi in deficit consistenti (rispettivamente, al 3,7 e all’1,6 e allo 0,7 per cento del PIL).

Per il 2025, Roma prevede un ulteriore miglioramento (avanzo allo 0,7 per cento del PIL) e la Francia resterebbe invece in disavanzo primario marcato (3,1 per cento), superiore rispetto all’obiettivo fissato nel PSB. Anche la Spagna stima un risultato peggiore rispetto al target, prevedendo un deficit dello 0,1 per cento rispetto all’avanzo dello 0,3 per cento programmato nel PSB. In Germania, il nuovo PSB ha rivisto al rialzo il disavanzo primario al 2,2 per cento, ben al di sopra del livello programmato nel DPB autunnale.

 

Lieve crescita del debito pubblico in media nella UE nel 2025

Nel 2024, la dinamica del debito mostra forti differenze: la media tra i paesi della UE è stata pari all’82,3 per cento del PIL (88,9 per cento per i paesi dell’area dell’euro). I livelli più elevati si registrano in Grecia (153,6), Italia (135,3) e Francia (113). Nel 2025, il debito è previsto in lieve crescita risultando in media pari all’83,6 per cento per la UE e al 90,2 per i paesi dell’area dell’euro. L’Italia manterrà il secondo debito più elevato (136,6 per cento) dietro la Grecia.

 

Debito/PIL nel 2025 cresce in Italia ma meno delle attese, Francia e Spagna peggiorano rispetto ai Piani, la Germania allenta le regole di bilancio per finanziare difesa e investimenti

Nel 2024, il debito italiano si è attestato su livelli più contenuti delle attese del PSB, sostenuto da un avanzo primario e da un deflatore del PIL più favorevoli del previsto. Andamenti migliori si sono registrati anche in Germania (62,5 per cento de PIL) e Spagna (101,8), grazie a condizioni favorevoli sul fronte delle componenti snowball (differenziale tra tassi di interesse e crescita nominale del PIL) e stock-flussi (le voci che non sono incluse nel disavanzo). In Francia, lo scorso anno l’aumento della componente stock-flussi ha neutralizzato i miglioramenti del saldo primario mantenendo il debito al 113 per cento del PIL, in linea con il PSB.

Per il 2025, tra i grandi paesi l’Italia resta l’unico a prevedere un rapporto tra debito e PIL inferiore all’obiettivo fissato nel PSB, pur stimando un incremento al 136,6 per cento (+1,3 punti rispetto al 2024).  Al rialzo le stime della Spagna al 101,7 per cento (+0,3 punti rispetto al PSB), e della Francia, che prevede un peggioramento fino al 116,2 per cento (+1,5 punti). In Germania, il debito è stimato al 63,9 per cento del PIL in aumento rispetto al DPB.

 

Spesa primaria netta 2025: Italia entro i limiti, Francia e Spagna appena sopra il tasso annuale richiesto

Per quanto riguarda il nuovo indicatore di spesa primaria netta finanziata da risorse nazionali, unico indicatore di riferimento della nuova governance economica europea, si registra una certa eterogeneità nelle stime per il 2025: solo metà degli Stati membri prevedono di rispettare il limite annuo fissato dal Consiglio della UE, mentre le deviazioni degli altri paesi, eccetto la Romania, rimangono entro margini consentiti per evitare l’avvio o la prosecuzione di procedure di infrazione.

L’Italia rispetta i parametri, con un tasso di crescita della spesa all’1,3 per cento e una riduzione cumulata nel biennio 2024-25 più ampia di quella richiesta. Francia e Spagna superano di poco il tetto annuale ma restano nei limiti in termini cumulati tra il 2024 e il 2025. Per la Germania, che ha presentato il PSB a luglio, il Consiglio della UE deve ancora fissare i limiti alla crescita della spesa netta; va tenuto conto che l’attivazione della clausola di salvaguardia per le spese in difesa ha innalzato il tasso di crescita al 4,4 per cento, ben oltre le stime del DPB autunnale.

La Commissione ha pertanto sospeso la procedura per i deficit eccessivi (PDE) per sei Paesi, tra cui l’Italia e la Francia, mentre per la Romania è stata segnalata una significativa deviazione rispetto al percorso raccomandato. Tra i paesi non in PDE, la Commissione ha raccomandato una sorveglianza rafforzata per Paesi Bassi, Irlanda e Cipro. La verifica finale sul 2025 sarà effettuata nella primavera del 2026, alla luce dei dati a consuntivo.

 

Politiche di bilancio 2024-2025: Francia, Spagna e Italia guidano il consolidamento, la Germania cambia rotta

Nel 2024 la maggior parte degli Stati membri dell’UE ha adottato un orientamento di bilancio restrittivo, con l’Italia in testa per intensità del consolidamento strutturale. La Germania ha invece seguito una linea prociclica, mentre la Francia ha mantenuto un profilo neutro.

Per il 2025, il quadro si inverte: diciannove paesi prevedono politiche espansive, prevalentemente di natura anticiclica. La Germania adotta un orientamento espansivo grazie all’attivazione della clausola di salvaguardia per la difesa e al programma di investimenti infrastrutturali. La Francia, al contrario, assume un orientamento restrittivo di tipo prociclico. Italia e Spagna confermano una linea restrittiva, ma in chiave anticiclica; nel caso italiano, tuttavia, l’intensità del consolidamento previsto risulta significativamente più attenuata rispetto al 2024.

 

Consiglio della UE raccomanda di rafforzare la difesa mantenendo la sostenibilità del debito

Con le Raccomandazioni specifiche per Paese, lo scorso luglio il Consiglio della UE ha chiesto agli Stati membri di rafforzare la capacità di difesa senza compromettere la sostenibilità del debito. Già 15 Paesi hanno ottenuto (la richiesta tedesca deve ancora essere approvata) l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale, che consente di superare temporaneamente i tetti di spesa netta raccomandati fino all’1,5 per cento del PIL. Resta da rispettare, per i paesi che hanno fatto richiesta dell’estensione dell’aggiustamento di bilancio a sette anni, l’attuazione integrale di riforme e gli investimenti concordati, oltre ai limiti alla crescita della spesa netta escluse le spese per la difesa coperte dalla flessibilità.