Il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), Giuseppe Pisauro, ha inviato una memoria alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, nell’ambito dell’attività preliminare relativa alla Relazione al Parlamento ai sensi della legge 243/2012. Nella memoria si esamina il contesto macroeconomico nel quale l’emergenza COVID-19 si è collocata, si descrivono i possibili canali attraverso i quali essa può incidere sull’economia italiana, si analizza il contenuto della Relazione alla luce delle regole di bilancio nazionali ed europee.
La Relazione al Parlamento richiede l’autorizzazione ad aggiornare gli obiettivi di finanza pubblica e definire uno scostamento dal piano di rientro del saldo strutturale verso l’obiettivo di medio termine (OMT) già autorizzato con la Relazione al Parlamento del 30 settembre 2019 e approvata dai due rami del Parlamento, rispettivamente, il 9 e l’11 ottobre scorso. Lo scostamento per il quale il Governo richiede l’autorizzazione, argomentandone la necessità in relazione al manifestarsi dell’emergenza per l’epidemia del Coronavirus, è finalizzato a finanziare un provvedimento che disponga misure in disavanzo. Il pacchetto di misure avrebbe carattere di intervento una tantum e sarebbe quindi escluso dal calcolo del saldo strutturale di bilancio. L’epidemia da coronavirus in atto corrisponde, nelle caratteristiche di intensità e diffusione anche mondiale nonché di impatto a un evento eccezionale al di fuori del controllo dello Stato, che può giustificare la richiesta di allontanamento dal percorso di rientro, come pare anche suggerire la Commissione europea nella lettera di risposta al Ministro delle Finanze.
In assenza dell’aggiornamento del quadro macroeconomico e programmatico di finanza pubblica, le misure preannunciate sono previste avere un impatto per il solo 2020 e sono accompagnate dall’impegno, nelle more della definizione del DEF 2020, a riprendere il percorso di convergenza verso l’OMT, rappresentato dal quadro programmatico di finanza pubblica per gli anni 2021 e 2022 previsto dalla NADEF 2019, con una riduzione del deficit nominale a -1,8 per cento del PIL nel 2021 e a -1,4 per cento del PIL nel 2022.
In futuro, le esigenze di intervento saranno rivalutate, sperabilmente con una maggiore consapevolezza della dinamica dell’epidemia e dell’evoluzione macroeconomica, e inserite in una ottica di programmazione pluriennale caratteristica del Documento di economia e finanza. In quella sede, l’entità dell’intervento di politica di bilancio dovrebbe essere definito sulla base della migliore conoscenza dell’impatto dell’emergenza e di una serie di elementi che riguardano il quadro di regole di bilancio nazionali ed europee.
A questo proposito, occorre in primo luogo considerare che le richieste di aggiustamento strutturale sono stabilite in funzione di una matrice che dipende dalle condizioni cicliche e dal livello del rapporto tra il debito e il PIL. In particolare, si ricorda che in caso di crescita negativa del PIL reale (“exceptionally bad times”) la matrice non richiede nessuno sforzo di aggiustamento.
Inoltre, l’ordinamento della UE e quello nazionale contemplano clausole specifiche in caso di eventi eccezionali che consentono di ridurre ulteriormente l’aggiustamento strutturale richiesto.