Memoria sul disegno di legge AC 3343 recante “Delega al Governo per la riforma fiscale”

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Il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, ha trasmesso alla Commissione Finanze della Camera dei deputati, su sua richiesta, una memoria relativa al disegno di legge “Delega al Governo per la riforma fiscale”. La memoria formula considerazioni specifiche sui singoli articoli di cui essa si compone e fornisce una valutazione complessiva del provvedimento. Le osservazioni avanzate mirano, da un lato, a evidenziare aspetti che richiedono un migliore coordinamento interno tra le varie linee di intervento prospettate dalla riforma e, dall’altro lato, a segnalare aspetti presenti nel dibattito sulle criticità del nostro sistema tributario a cui il DDL delega dovrebbe dedicare maggiore attenzione e approfondimento.

 

In generale emerge che i principi e criteri individuati dal DDL delega sono condivisibili ma talvolta troppo indeterminati. Mancano alcuni elementi di indirizzo fondamentali per un ridisegno complessivo e organico del sistema tributario. Ciò riflette, da un lato, l’eterogeneità dell’indirizzo politico e, dall’altro, il fatto che la formulazione del DDL delega non sia stata preceduta dai lavori di una Commissione di esperti volti a un ridisegno complessivo e omogeneo dell’intero sistema tributario. Ciò rischia, da un lato, di richiedere nell’immediato un ampio sforzo parlamentare per integrare alcuni di questi elementi e, dall’altro, di allungare i tempi di attuazione della delega stessa visto che di volta in volta andranno trovati accordi sulle modalità di realizzazione dei diversi punti del DDL delega.

 

Non si affrontano questioni rilevanti come le principali cause dell’erosione dell’imposta e delle basi imponibili e come giungere a una razionalizzazione e riduzione delle tax expenditures. Manca la previsione di adeguati principi direttivi per la revisione delle imposte patrimoniali.

 

Per quanto riguarda gli effetti finanziari derivanti dall’attuazione della delega, sebbene nell’articolo 10 venga indicato che dalla riforma fiscale non debbano emergere nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, non viene esplicitamente escluso che la riforma possa essere finanziata con il ricorso all’indebitamento netto, con conseguenze negative sull’equilibrio dei conti pubblici. Dato lo stato attuale di questi ultimi, il finanziamento della riforma deve avvenire prioritariamente attraverso una ricomposizione del prelievo.