Nota sulla congiuntura – luglio 2015

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Con la pubblicazione di oggi si inaugura una nuova collana di Note sulla congiuntura, che analizza trimestralmente (in gennaio, aprile, luglio e ottobre) l’andamento del ciclo economico italiano e internazionale, sulla base dei più recenti indicatori quantitativi e qualitativi disponibili e di apposite stime delle tendenze in atto nell’economia. Alla luce dei dati di contabilità nazionale del primo trimestre e delle informazioni disponibili per i mesi successivi risulta che l’attività economica sta evolvendo in linea con la previsione del DEF di aprile (+0,7 per cento), pur in presenza di un quadro internazionale che è andato modificandosi rispetto alle attese della scorsa primavera.

 

L’elemento di maggiore differenza riguarda il commercio globale, contrattosi nei primi cinque mesi. Dato questo calo, sembra problematica la realizzazione della crescita della domanda mondiale ipotizzata nel DEF. La dinamica peggiore del previsto è da attribuire ai paesi emergenti che pesano meno nell’export italiano; la domanda che si rivolge al nostro Paese dovrebbe risultare, quindi, un po’ più tonica di quella complessiva. Si è confermata, come era ipotizzato nel DEF, la debolezza dell’euro e del prezzo del petrolio, ma le tendenze dei primi sette mesi mostrano un cambio col dollaro meno deprezzato e un greggio più alto di quanto atteso in primavera. Le pressioni al ribasso delle ultime settimane potrebbero ricondurre il petrolio più vicino alle attese di aprile. L’aggravamento della crisi greca ha avuto ripercussioni limitate sui premi al rischio della zona euro. Il programma di acquisto di titoli, avviato in marzo dall’Eurosistema, ha avuto effetti favorevoli sui tassi di interesse; più incerti sono i risultati sul fronte dell’inflazione.

 

Pur se la dinamica del PIL italiano appare in linea con le previsioni di aprile, la composizione della domanda si prospetta in parte differente. La frenata dei consumi del primo trimestre ne condiziona il risultato in media d’anno. Al contrario, gli investimenti, trainati dai mezzi di trasporto, potrebbero essere più dinamici di quanto era stimato in primavera. L’export ha risentito parzialmente della frenata dei paesi emergenti, grazie al deprezzamento del cambio e al maggiore orientamento verso le aree in crescita. Una più robusta accelerazione delle importazioni abbasserebbe, però, il contributo della domanda estera netta al PIL rispetto alle previsioni di aprile. Le tendenze del mercato del lavoro sono in lento miglioramento. Il quadro dell’inflazione si configura più contenuto di quello supposto dal Governo in aprile.

 

Testo della pubblicazione