Nota sulla congiuntura – ottobre 2015

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La Nota sulla congiuntura di ottobre 2015 analizza la situazione economica italiana e internazionale sulla base dei più recenti indicatori. I risultati del primo semestre e le informazioni sul secondo portano a stimare per il 2015 un aumento del PIL, corretto per i giorni di lavoro, dello 0,8 per cento, con incrementi trimestrali di 0,3 per cento nel terzo e quarto trimestre. In termini grezzi, ovvero al lordo dell’effetto giorni, il rialzo potrebbe avvicinarsi allo 0,9 per cento stimato nella NADEF.

 

Segnali positivi arrivano dal mercato del lavoro che mostra una marcata reattività al ciclo economico. I dati indicano che, contrariamente alle esperienze passate, le imprese rispondono alla ripresa con “più persone” anziché “più ore”. La riduzione degli organici dopo due recessioni consecutive e l’aumento della convenienza ad assumere, grazie alla decontribuzione, possono spiegare questo fenomeno.

 

La sostanziale conferma delle stime di crescita per l’anno in corso sottende un aumento dei rischi, soprattutto in prospettiva. Si conferma il rallentamento delle economie emergenti. I paesi avanzati si mantengono in ripresa per il sostegno della domanda domestica, ma risentono della minore dinamica mondiale. L’inflazione è compressa dagli impulsi depressivi esterni, si complica la condotta delle politiche monetarie. In questo contesto, i previsori rivedono al ribasso le stime di crescita internazionale. Quelle per il commercio mondiale si collocano attualmente al di sotto della previsione adottata dal Governo nella NADEF (3 per cento nel 2015 e 4,5 per cento nel 2016). Tali correzioni non compromettono la ripresa europea e italiana, ma ne riducono la velocità.

 

Anche in Italia, la fase di moderata ripresa è sospinta dalla domanda interna. La performance delle esportazioni è stata positiva nella prima metà del 2015, ma mostra ora segni di frenata per il calo delle vendite negli emergenti. L’industria manifatturiera, che ha sostenuto il ciclo economico nel primo semestre, appare particolarmente esposta al rallentamento internazionale. Inoltre, la ripresa di tale settore è estremamente concentrata in poche attività. Al netto dei due comparti maggiormente in crescita (autoveicoli ed energia, 15 per cento dell’industria) non è riscontrabile una effettiva ripresa manifatturiera. Se si verificassero quindi rallentamenti in tali settori (ad esempio, per ripercussioni del caso Volkswagen), potrebbe risentirne il ciclo industriale e quello dell’intera economia.

 

L’inflazione rimane a livelli prossimi a zero per la flessione del prezzo del petrolio e la dinamica moderata dei consumi. Le spinte alla bassa inflazione risultano diffuse nel paniere del consumo: un terzo dei beni e servizi è in deflazione, quasi la metà ha una dinamica dei prezzi inferiore allo 0,5 per cento, circa due terzi è sotto l’1 per cento.

 

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