La Nota sulla congiuntura di ottobre fa il punto sulla situazione del ciclo economico interno e internazionale alla luce dell’andamento dei primi due trimestri e delle prospettive dei due trimestri successivi. Queste le principali indicazioni che emergono dall’analisi:
- La ripresa italiana procede su ritmi modesti: nelle stime UPB, il PIL aumenta dello 0,2% nel terzo trimestre e dello 0,1% nel quarto. Questi andamenti conducono a una crescita media 2016, aggiustata per l’effetto giorni, dello 0,8%. Non correggendo per il minor numero di giornate di lavoro del 2016 rispetto al 2015, l’incremento del PIL grezzo è dello 0,7 %; quest’ultima stima si confronta con la crescita dello 0,8% ipotizzata per il 2016 nella NADEF.
- Sul lento ritmo della ripresa incide l’attenuazione della dinamica della domanda interna, a fronte di esportazioni che, pur denotando performance positive, sono rallentate dalla persistente debolezza degli scambi mondiali la cui elasticità alla crescita del prodotto globale si è strutturalmente abbassata.
- I consumi delle famiglie italiane hanno frenato nel recente periodo, crescendo meno di quanto consentirebbe l’incremento di reddito disponibile.
- Gli investimenti non sono ripartiti in modo adeguato, nonostante una migliore redditività aziendale e l’allentamento dei vincoli di credito. Influiscono le incerte prospettive di domanda che limitano i progetti di ampliamento della capacità produttiva.
- La bassa crescita non sembra peraltro ostacolare gli investimenti di razionalizzazione, diretti a rafforzare l’efficienza. La recente revisione dei conti nazionali effettuata dall’Istat mostra, negli ultimi anni, miglioramenti di produttività e profittabilità nel settore manifatturiero. Dal punto di minimo nel 2009, il valore aggiunto manifatturiero per ora lavorata è aumentato a ritmi medi trimestrali dello 0,7%, simili a quelli della fase espansiva pre-crisi 2003-2007. Tale risultato fa ipotizzare, nel corso delle due ultime recessioni, riallocazioni delle risorse verso le imprese più produttive e profittevoli, ossia quelle maggiormente in grado di riorganizzare i processi produttivi. Il settore manifatturiero sembra dunque uscire dalla crisi ridimensionato, ma con un più elevato livello medio di efficienza.
- È proseguito il buon andamento dell’occupazione, superiore anche alla crescita del PIL. La probabilità per una persona disoccupata nel II trimestre 2015 di divenire occupata nel II trimestre 2016 è aumentata di 5,5 punti percentuali rispetto a quanto si verificava un anno prima. Si evidenziano, tuttavia, nell’ultimo periodo segnali di rallentamento nella crescita occupazionale, soprattutto per la componente a tempo indeterminato. I recenti dati sulle Forze di lavoro e, soprattutto, dalle indicazioni INPS mostrano una minore creazione di nuovi rapporti di lavoro, in particolare per quelli a tempo indeterminato e per le relative trasformazioni dal tempo determinato. Incide sulla decelerazione la riduzione, nel 2016, del regime di esonero contributivo.
- L’inflazione è tornata, in settembre, in territorio marginalmente positivo grazie al recupero degli energetici. Gli impulsi interni sui prezzi rimangono, però, deboli. La percentuale di prodotti in deflazione nel paniere Istat è rimasta, in settembre, elevata (31%), mentre è salita la quota di prodotti caratterizzati da inflazione molto bassa (quelli che hanno incrementi inferiori allo 0,5% sono il 56%).