Il Flash “La nuova Decisione sulle risorse proprie” si propone di fornire una panoramica generale sul ruolo delle risorse proprie nel contesto del quadro finanziario della UE e di illustrare la recente proposta di Decisione sulle risorse proprie predisposta dalla Commissione europea, nonché le indicazioni del Consiglio europeo del luglio scorso su questo tema.
Il Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020 ha approvato con modifiche “Il piano per la ripresa dell’Europa”, che la Commissione europea aveva presentato il 27 maggio scorso, per far fronte alle ripercussioni della pandemia del COVID-19.
Come noto, la Commissione ha proposto di articolare il piano intorno a due cardini: 1) il programma di rilancio Next generation EU, il nuovo strumento europeo per la ripresa, tramite il quale si prevede di incrementare il bilancio, su base temporanea, per un ammontare pari a 750 miliardi di euro a prezzi costanti 2018, tramite nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari; 2) il bilancio pluriennale della UE, ovvero il Quadro finanziario pluriennale (QFP), rivisto per il periodo 2021-27.
Nel contesto del piano di rilancio, la Commissione europea ha proposto anche di intervenire sui cosiddetti massimali sulle risorse proprie, che sono fissati in percentuale del Reddito nazionale lordo (RNL) europeo. I massimali, stabiliti nella Decisione sulle risorse proprie dell’Unione, determinano l’importo massimo dei fondi che, sotto qualsiasi forma, l’Unione può chiedere agli Stati membri di mettere a sua disposizione in un dato anno per finanziare le proprie spese, comprese le passività derivanti dal ricorso eccezionale al debito contratto dalla Commissione per conto dell’Unione.
Alla luce dell’attesa contrazione del RNL della UE a causa della crisi, la Commissione europea ha proposto di aumentare permanentemente, a partire dal 2021, il massimale sulle risorse proprie per gli stanziamenti annuali di impegno e di pagamento, rispettivamente, all’1,46 e all’1,40 per cento del RNL della UE. Si noti che, per il periodo 2014-2020, i massimali sulle risorse proprie per gli stanziamenti annuali di impegno e di pagamento sono pari, rispettivamente, a 1,29 e 1,23 per cento del RNL.
Inoltre, a garanzia degli obblighi finanziari e delle passività potenziali risultanti dai prestiti contratti per finanziare Next Generation EU, la Commissione europea ha proposto di innalzare temporaneamente entrambi i massimali sulle risorse proprie di ulteriori di 0,6 punti percentuali, dal 2021 e fino alla cessazione delle passività legate a Next Generation EU e al più tardi fino al 31 dicembre 2058. Tale innalzamento del massimale sarà usato soltanto per onorare il debito e il suo utilizzo potenziale si ridurrà con il ridursi del debito ancora da rimborsare. Il Consiglio europeo ha specificato che gli ulteriori 0,6 punti percentuali annui potranno essere richiesti dalla Commissione agli Stati membri solo come estrema ratio, in particolare qualora non si dimostrasse sufficiente una gestione attiva della liquidità, compresa la possibilità di avvalersi di prestiti a breve termine.
Infine, per facilitare il rimborso delle passività e ridurre la pressione sui bilanci nazionali, la Commissione europea ha proposto di rivedere il sistema delle risorse proprie entro il termine di conclusione del QFP 2021-27. Più in particolare, la Commissione ha proposto di confermare le risorse proprie attuali e di introdurre nuovi strumenti di finanziamento (tra cui la carbon tax e la digital tax) per contribuire alle nuove priorità dell’Unione (cambiamento climatico, economia circolare e tassazione equa).
Il Consiglio europeo del luglio scorso ha approvato sia l’incremento permanente sia quello temporaneo dei massimali sulle risorse proprie e ha confermano l’intenzione di individuare, nel prossimo settennato, nuove risorse proprie da destinare al rimborso delle passività legate a Next Generation EU. In particolare, il Consiglio europeo ha stabilito che sarà introdotta e applicata a decorrere dal primo gennaio 2021 una nuova risorsa propria, composta da una quota di entrate provenienti da un contributo nazionale calcolato in base al peso dei rifiuti di imballaggi di plastica non riciclati, con un’aliquota di prelievo di 80 centesimi per chilogrammo.