Pubblicato il Focus n. 2 “I requisiti ridotti di pensionamento per i lavori «particolarmente faticosi e pesanti»: le novità introdotte con la legge di bilancio per il 2018”

 

Il Focus esamina le novità introdotte con la legge di bilancio per il 2018, che amplia la platea di lavoratori che svolgendo mansioni “particolarmente faticose e pesanti” possono beneficiare della sospensione dall’incremento dei requisiti di pensionamento previsto dalla riforma “Fornero” per il 2019 in connessione con l’aumento dell’aspettativa di vita. Si tratta di 15 categorie di lavoratori con attività particolarmente gravose che si sovrappongono ampiamente a quelle già favorite da provvedimenti precedenti (in particolare, le 4 categorie dei lavori “usuranti” e “notturni” già coinvolti dal D.Lgs. 67/2011 e le 11 categorie di addetti a mansioni “gravose” previste dalla legge di bilancio per il 2017).

 

La relazione tecnica al provvedimento, che quantifica il maggiore costo imputabile alle sole nuove deroghe rispetto a quelle vigenti, prevede che la sospensione dell’aggancio alla vita attesa riguarderà una platea via via più ampia di lavoratori – da poco meno di 15.000 soggetti nel 2019 a 20.900 nel 2027 – con un costo per le finanze pubbliche crescente da 100 milioni di euro del 2019 a 176,4 milioni del 2023 e poi in progressiva riduzione sino a 166,2 milioni nel 2027. Considerando anche le norme del D.Lgs. 67/2011 e della legge di bilancio per il 2017, potranno accedere alla pensione con requisiti ridotti un numero di lavoratori che va da poco più di 51.000 nel 2019 a 62.800 nel 2027.

 

I principali elementi che vengono evidenziati dal Focus sono i seguenti.

 

  • L’aggancio all’andamento della speranza di vita dei requisiti minimi per il pensionamento e il loro aumento nel corso degli ultimi anni ha portato a prevedere in Italia, come in numerosi altri paesi, deroghe per specifiche tipologie di lavori particolarmente ”usuranti” o “gravosi”. Queste si sono aggiunte a quelle preesistenti di tipo più settoriale e categoriale che già in qualche misura tenevano conto della pesantezza e pericolosità di alcuni lavori (tra le altre, ad esempio, quelle previste per i dipendenti di imprese esercenti miniere, cave e torbiere con lavorazione in sotterraneo, per il comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, per i piloti e il personale di volo, per il personale viaggiante). In altre parole, si è tenuto conto del fatto che un’applicazione meccanica dell’incremento dei requisiti può rivelarsi problematica se si considerano le esigenze collegate allo svolgimento di alcune attività particolarmente gravose o alle carriere, tipicamente poco specializzate, avviate in giovane età.

 

  • Nell’ultimo decennio si è assistito a un graduale depotenziamento delle deroghe per interi settori/comparti a favore di quelle per tipologie di lavoro gravose e usuranti. Ciò tuttavia è avvenuto senza un disegno complessivo sufficientemente omogeneo e stabilendo requisiti di accesso all’agevolazione differenti a seconda della tipologia.

 

  • Il disegno di queste deroghe non appare fondato su analisi preliminari volte a quantificare l’effettiva difficoltà a proseguire nel tempo lo svolgimento di attività particolarmente gravose e pericolose o la differente aspettativa di vita connessa allo svolgimento di particolari attività lavorative. Non è d’altronde semplice “fissare l’asticella” per trovare e mantenere nel tempo un equilibrio tra numero e portata delle deroghe e necessità di non indebolire l’architettura generale del sistema pensionistico compromettendone gli obiettivi di sostenibilità.

 

  • La Commissione tecnico-scientifica sulle occupazioni “usuranti” e “gravose” istituita dalla legge di bilancio per il 2018 potrebbe avere un ruolo determinante nell’identificazione di tali attività secondo criteri il più possibile oggettivi e quindi nel fornire indicazioni su come razionalizzare l’insieme delle agevolazioni Tuttavia, i tempi di attività previsti per la Commissione (i risultati dovranno essere disponibili entro fine settembre del 2018) sembrano troppo brevi per affrontare una tematica così complessa.

 

  • In generale, andrebbe fatta una riflessione sull’opportunità di mantenere nella loro configurazione attuale i trattamenti agevolati a favore di specifici settori e comparti. La parte che trova giustificazione nello svolgimento di attività particolarmente pericolose o usuranti potrebbe essere attratta, attraverso un più organico concetto di gravosità e pericolosità, dall’insieme di deroghe introdotte negli ultimi anni per questa tipologia di lavori. Gli altri trattamenti agevolati, essenzialmente legati alla appartenenza a specifici settori indipendentemente dalla particolarità dell’attività svolta, potrebbero invece essere sostituiti da strumenti propri del mercato del lavoro finalizzati alla ricollocazione efficiente del lavoratore. Il riferimento in questo caso è a specifici accordi tra lavoratore e datore di lavoro che prevedano lo svolgimento, a un certo punto della carriera lavorativa, di funzioni meno gravose per le quali l’esperienza sia elemento strategico e fonte di esternalità positive sui processi produttivi. In maniera più generale, un mercato del lavoro più flessibile nella fase terminale delle carriere potrebbe consentire ad alcune tipologie di lavoratori di svolgere la propria attività con modalità meno gravose e contemplare, tra le funzioni, una posizione specifica per la trasmissione delle conoscenze e delle esperienze ai più giovani. Ciò consentirebbe di ridimensionare la portata di deroghe ed esenzioni e di concentrare gli sforzi sui casi più rilevanti e urgenti.