Nella riunione odierna l’Ecofin ha adottato in via definitiva le raccomandazioni specifiche per paese formulate a partire dai Programmi di stabilità e convergenza (PS&C) che i paesi della UE hanno presentato lo scorso aprile. Questo Focus e la collegata infografica raffrontano le politiche di bilancio dei paesi UE oggetto delle raccomandazioni inizialmente formulate dalla Commissione europea il 22 maggio, poi modificate dall’Ecofin stesso il 16 giugno e infine approvate dal Consiglio europeo del 22-23 giugno. Si completa così la fase di analisi e coordinamento delle politiche di bilancio dei paesi UE e si avvia quella di attuazione delle politiche di bilancio nazionali.
L’analisi dei PS&C degli Stati membri e delle valutazioni della Commissione indicano, complessivamente, che il processo di consolidamento delle finanze pubbliche sta continuando, sebbene a un ritmo più moderato rispetto al passato, anche per non compromettere i segnali di ripresa, pure questi moderati, che stanno emergendo in Europa. Inoltre, per molti paesi, Germania e Olanda in testa, il processo di consolidamento è già terminato: il loro obiettivo di medio termine, ovvero un saldo di bilancio in pareggio o vicino al pareggio, è stato raggiunto o addirittura superato; in più, questi paesi mostrano una persistente riduzione del debito in rapporto al PIL. Si è infine ridotto a due soli, Francia e Spagna, il numero dei paesi in procedura di disavanzo eccessivo (PDE), vale a dire con un disavanzo in rapporto al PIL superiore al 3 per cento (il Regno Unito è previsto chiudere la procedura a breve).
Ecco in sintesi le principali indicazioni che emergono dal Focus sulla base della comparazione tra i diversi indicatori di bilancio per il 2016, 2017 e 2018, gli anni rilevanti per le regole del Patto di stabilità e crescita.
- I disavanzi nominali sono nella media dei paesi inferiori alla soglia del 3 per cento del PIL e mostrano un miglioramento nel periodo considerato: da 1,7 per cento nel 2016 a 1,1 per cento nel 2018. Spagna e Francia, entrambi soggetti ad una PDE, registrano nel 2016 i livelli di disavanzo più elevati, rispettivamente 4,5 per cento e 3,4 per cento. Per Portogallo e Croazia la Commissione ha deciso la chiusura della PDE in quanto i due paesi hanno registrato un disavanzo minore del 3 per cento di PIL (rispettivamente al 2 e allo 0,8 per cento). Il Lussemburgo, con l’1,6 per cento di PIL, è il paese con l’avanzo più elevato.
- I saldi primari risultano in media positivi e in progresso: da un avanzo medio UE di 0,4 per cento del PIL nel 2016 ad uno dello 0,9 per cento nel 2018. Tra il 2016 e il 2018, la Spagna riporta il miglioramento medio annuo atteso più elevato sia sul saldo nominale (1,2 per cento) sia su quello primario (1,1 per cento). La Lettonia registra il peggioramento medio annuo atteso maggiore per entrambi i saldi (0,8 e 0,9 per cento rispettivamente).
- Nel 2016 il rapporto debito/PIL è risultato nella media dei paesi superiore alla soglia del 60 per cento: 85 per cento per l’insieme dei paesi UE e 90 per cento per quelli dell’area euro. Se si esclude la Grecia (con un debito pubblico nel 2016 del 179 per cento del PIL), l’Italia si conferma il paese con il rapporto debito/PIL più elevato, 133 per cento lo scorso anno; l’Estonia, con un valore del 10 per cento, registra, viceversa, il valore minimo. Negli anni 2017 e 2018, è prevista nella media dei paesi una riduzione di circa un punto percentuale l’anno del debito pubblico, ma con un grande variabilità tra le diverse realtà nazionali: da Cipro, con una riduzione media annua attesa di circa 4 punti percentuali, a Lussemburgo e Romania, con incrementi rispettivamente di 1,2 e 1,7 per cento di PIL.
- I saldi strutturali, nella media UE, denotano un peggioramento pari allo 0,2 per cento l’anno (0,1 per cento per i paesi dell’area euro), con il Belgio che mostra il miglioramento medio annuo atteso maggiore (0,8 per cento) e il Lussemburgo che indica il peggioramento medio annuo atteso più elevato (1 per cento).
- Per la Romania, che presenta una deviazione significativa dagli obiettivi previsti dalla regola sul saldo strutturale e da quella sulla spesa netta, è stata aperta da Commissione e Consiglio una procedura formale affinché corregga tale deviazione. Ungheria e Belgio presentano una deviazione significativa dall’obiettivo della regola sulla spesa netta (1,4 e 0,6 per cento rispettivamente), ma non dall’obiettivo della regola sul saldo strutturale. Bulgaria, Germania, Lussemburgo, Olanda, Repubblica Ceca e Svezia, invece, rispettano o superano gli obiettivi previsti da entrambe le regole.
- La Germania e l’Olanda presentano una strategia di bilancio che prevede il mantenimento di un avanzo strutturale nei prossimi anni, sebbene l’obiettivo di medio termine (OMT) per entrambi i paesi sia rappresentato da un deficit strutturale di mezzo punto percentuale di PIL. Il testo della raccomandazione preparato dalla Commissione suggeriva ai due governi di utilizzare lo spazio di bilancio disponibile per sostenere la domanda aggregata. Il Consiglio ha approvato un testo in cui questa raccomandazione appare attenuata.
- Il confronto con i PS&C del 2016 mostra che un anno fa nessun paese prevedeva un disavanzo nominale al di sopra del 3 per cento di PIL nel 2017 mentre nei programmi di quest’anno la Spagna stima un disavanzo nominale pari al 3,1 per cento di PIL nel 2017. Inoltre, secondo la previsione della Commissione, anche Francia e Romania potrebbero far registrare un deficit nel 2017 al di sopra della soglia del 3 per cento. Nel caso francese, questa evenienza potrebbe mettere a rischio la chiusura della PDE.
- Anche a causa di saldi più favorevoli da parte di paesi con spazio di bilancio a disposizione come la Germania e l’Olanda, le stime di riduzione del debito sono in media di poco maggiori nei PS&C del 2017 rispetto a quelli dello scorso anno. Gli obiettivi di miglioramento del saldo strutturale nei PS&C di quest’anno sono pressoché analoghi a quelli dell’anno passato.