Validato positivamente il quadro macroeconomico tendenziale 2017-2020 presentato nel DEF 2017

È stata pubblicata oggi nel sito dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) la lettera di validazione del quadro macroeconomico tendenziale per gli anni 2017-2020 trasmesso dal Ministero dell’Economia e delle finanze (MEF) lo scorso 28 marzo e presentato nel Documento di economia e finanza (DEF). Su una prima versione delle previsioni tendenziali trasmessa dal MEF, l’Upb aveva formulato il 21 marzo i propri rilievi. Come prescritto, l’Upb procederà a valutare ed eventualmente a validare anche il quadro macroeconomico programmatico contenuto nel DEF.

 

L’UPB ha validato positivamente il quadro macroeconomico tendenziale MEF – che sconta nel 2018 l’aumento dell’IVA connesso alle clausole di salvaguardia – in quanto esso appare in un intervallo accettabile di stima. Il profilo di crescita ipotizzato per gli anni 2017-2020 indica un lieve rallentamento nel 2018 e successivamente una relativa stabilizzazione e, nell’insieme, è compatibile con la dinamica delle stime del panel Upb, sebbene si collochi in prossimità degli estremi superiori di tali previsioni e in alcuni anni del periodo oggetto della previsione non appaia del tutto in linea con le valutazioni del panel (CER, Prometeia e REF oltre allo stesso Upb).

 

Nel valutare nel loro complesso le tendenze indicate, l’Upb ha tenuto conto della dimensione limitata dei disallineamenti, nonché del livello di incertezza che contraddistingue maggiormente gli anni più distanti della previsione. Tuttavia, la collocazione delle stime MEF in prossimità del limite superiore del panel per gran parte del periodo di previsione porta l’Upb a sottolineare i fattori di rischio rilevanti che possono impattare sulle previsioni di finanza pubblica.

 

Per quanto riguarda il PIL nominale, la previsione del Governo si situa in corrispondenza del valore più alto dell’intervallo di stime del panel Upb nel 2018 e leggermente al di sopra di esse nel 2020. Ne consegue, che, nel caso di risultati inferiori alle attese per il PIL nominale a causa di andamenti più deboli di quelli previsti sul lato della crescita reale e dell’inflazione, ne deriverebbero conseguenze negative per l’evoluzione del rapporto debito/PIL.